Scuola. Studenti in piazza contro l'Alternanza scuola-lavoro. "No alla manovalanza per le aziende"

di redazione 13/10/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Tornano in piazza, contro le degenerazioni dell'Alternanza scuola lavoro. In tuta blu, a dire che non sono operai (senza paga), né tirocinanti senza diritti. Sono studenti. Tornano questa mattina in settanta piazze italiane a un anno dalle manifestazioni del 2016, 7 e 21 ottobre. Scioperano dall'Alternanza: si astengono per un giorno, come i lavoratori quando rivendicano salario. 
 
Le questioni aperte nella scuola sono in realte tante: i soffitti dei licei storici che crollano, le borse di studio sempre inferiori ai richiedenti e il numero chiuso degli atenei (dalla scuola, come si vede, siamo saliti all'università). In generale, le Finanziarie che - per quanto si possa apprezzare lo sforzo - non mettono al centro dell'azione di governo "scuola e ricerca". Sì, ci sono anche gli universitari in piazza - "contro i tirocini sfruttamento" - per quest'ultimo sciopero convocato dall'Unione degli studenti.

"Chiediamo al ministero dell'istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in Alternanza scuola lavoro e il codice etico per le aziende", dice Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti. "Viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di Alternanza. Siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende".

L'introduzione della programmazione alternata tra scuola e ingresso nel mondo del lavoro è stata uno dei capisaldi della riforma della cosiddetta "buona scuola". Voluta fortemente dall'allora premier Matteo Renzi, avrebe dovuto rappresentare un passo importante di avvicinamento tra due mondi, quello della formazione scolastica e quello del lavoro, pubblico o privato, che nel nostro Paese speso sono molto distanti e non in reciproca comunicazione.

I cardini dell'Alternanza erano stati individuati in alcuni punti:

innanzitutto dare la possibilità agli studenti di affacciarsi al mondo del lavoro, dopo la maturità, partendo da un livello alto di soft skills, può essere sicuramente un’arma in più per competere ed essere maggiormente occupabili.

Nel rapporto Valorize High Skilled Migrants è stato redatto un comodo elenco di soft skills diviso in tre aree: farsi strada nel mondo del lavoro, padroneggiare le competenze sociali, raggiungere risultati. Questo elenco può essere agevolmente riutilizzato dai docenti come schema da tenere presente nel momento in cui devono proporre agli studenti le varie esperienze. Scegliere un’azienda che faccia acquisire queste competenze può essere infatti un valore aggiunto per arricchire i percorsi di Alternanza scuola-lavoro.

Farsi strada nel mondo del lavoro:

  • Identificare obiettivi di lavoro
  • Imparare ad imparare
  • Adattabilità e flessibilità
  • Motivazione
  • Riconoscere applicare regole e valori sul lavoro
  • Rispettare regole e livelli gerarchici
  • Gestire responsabilità
  • Gestire il tempo
  • Gestire il processo digitale

Padroneggiare le competenze Sociali:

  • Abilità comunicative
  • Gestire il processo di comunicazione
  • Autocontrollo e integrità (gestione dello stress)
  • Lavorare in gruppo
  • Orientamento al servizio (comprensione dei bisogni altrui )
  • Leadership
  • Gestire i conflitti
  • Consapevolezza interculturale (riconoscere e usare prospettive diverse)

Raggiungere risultati:

  • Prendere decisioni
  • Risolvere problemi
  • Creatività e innovazione
  • Pensiero critico

Un altro approccio per la scelta dei percorsi di Alternanza scuola-lavoro può essere quello di trovare un ambiente lavorativo dove gli studenti possono accrescere alcune competenze di base, utili per accedere alle professioni più ricercate.

In un’indagine condotta da Excelsior Unioncamere, come riportato da Orizzonte scuola, è emerso come spesso a fare la differenza nella scelta della persona da assumere siano proprio le competenze di base, quelle competenze che non rientrano fra le soft skills e che esulano dalle conoscenze apprese durante il corso degli studi. Per uno studente può essere utile recarsi in una società in cui si deve interfacciare con particolari sistemi informatici o gestionali, oppure trovare occasioni per utilizzare l’inglese. Soluzioni come queste possono essere “sfruttate” per esperienze di Alternanza, ad esempio all’interno dei musei o delle biblioteche. Quando ci si trova in piccoli centri abitati che hanno poche aziende a disposizione, soluzioni come queste possono garantire alle scuole la creazione di percorsi di Alternanza scuola lavoro che siano di qualità.

Accanto a questi due ambiti, competenze trasversali e di base, è sempre bene tenere presente le attitudini e le scelte degli studenti. Sono proprio gli studenti i veri protagonisti, attivi e non passivi, delle esperienze di Alternanza. È bene anche che capiscano, e in questo il ruolo dei docenti e delle scuole è fondamentale, cosa è importante che apprendano durante l’Alternanza perché loro stessi si rendano conto che non si tratta di tempo sottratto allo studio ma di un’occasione pressoché unica di acquisire un enorme vantaggio di cui usufruiranno al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro.

Ma intanto molte sonos tate negli ultimi due anni le distorsioni delle pur valide motivazioni iniziali.

La protesta di oggi secondo gli studenti è pensata per portare a conoscenza tali distorsioni.

L'ultimo caso che ha portato ragioni alla protesta è stato il diciassettenne che, spostato in un'azienda nautica di La Spezia nel periodo di formazione didattica, si è fratturato una tibia quando il muletto su cui lavorava si è ribaltato. Poi c'è stata la pubblicazione, da parte delle Camere di commercio, dei bandi per l'erogazione di voucher alle imprese che hanno attivato i percorsi. "Le risorse regalate alle aziende con gli sgravi fiscali vanno investite per un'istruzione gratuita e di qualità", dice Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza: "La scuola e l'università non devono essere asservite al profitto, semmai devono cambiare il mondo del lavoro".
 
L'alternanza realizzata da McDonald's, portando sdraio negli stabilimenti balneari della Sardegna. Le denunce degli studenti sono state molte, negli ultimi due anni (l'alternanza scuola lavoro è diventata obbligatoria e strutturata con la Buona scuola, legge dal 13 luglio 2015). Un'inchiesta di polizia ha fatto emergere le molestie subite da due studentesse, in Alternanza in due centri estetici della Brianza.
 
In questi giorni la Rete degli studenti medi ha portato a compimento uno studio e l'ha presentato alla Camera. Interviste a quattromila iscritti alla quarta superiore (17,6 per cento iscritti alle professionali, 26,7 per cento agli istituti tecnici, 55,7 per cento ai licei) hanno detto che il 48 per cento dei 17-18enni dà una valutazione positiva all'esperienza, il 33 per cento è fortemente critico. Uno su due, ancora, ha assicurato che la scuola lo ha seguito, solo uno su quattro è soddisfatto invece dell'attenzione da parte dell'azienda. Solo il 27,1 per cento degli studenti intervistati ha sentito l'Alternanza calata sulle sue attitudini, perlopiù iscritti ai tecnici e ai professionali, realtà che praticano il progetto da anni.

 


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